La nostra Costituzione è circondata da grandissimo rispetto popolare, al punto da meritarsi l’immagine della perfezione e quindi dell’intangibilità. Eppure, esplorandone con attenzione il contenuto, si possono scoprire inaspettate e clamorose lacune, come ad esempio il fatto che la parola “Impresa”, malgrado la ricchezza del suo contenuto, non figura nel testo. Di chi è la colpa? Dei pregiudizi della maggioranza dei Padri Costituenti, da sempre estranei se non contrari al concetto di “impresa”; ma una buona dose di colpa è attribuibile anche all’apatia degli industriali, incapaci di qualsiasi forma di impegno politico/culturale. All’analisi storica, giuridica ed economica, ricca di curiosità, provocazioni e paradossi, segue una proposta di modifica del’art. 4.del testo costituzionale, con l’inserimento del concetto di Impresa. “Se la Repubblica italiana invece di essere fondata sul Lavoro fosse fondata sull’Impresa, il nostro Pil pro capite sarebbe oggi molto più elevato, al pari del nostro prestigio internazionale.”
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